Assistenza nelle prove di emergenza/evacuazione in azienda
L’esecuzione delle simulazioni di evacuazione può risultare altamente efficiente e precisa, portando benefici tangibili per tutti i soggetti coinvolti (lavoratori, responsabili delle emergenze e datore di lavoro), che vanno oltre la semplice conformità normativa. Tuttavia, è essenziale conoscere il corretto processo di esecuzione al fine di prevenire eventuali problematiche e massimizzare gli esiti desiderati.
Annualmente, organizzazioni come aziende, scuole ed enti pubblici devono condurre le prove di evacuazione dei lavoratori, finalizzate a testare le procedure in caso di emergenza causata da varie circostanze come incendi, terremoti o alluvioni. Tuttavia, spesso queste simulazioni si trasformano in una formalità considerata come un semplice divertimento da parte di alcuni lavoratori, che le vedono come un’opportunità per “prendersi una pausa” dal lavoro o, in casi peggiori, vengono ignorate completamente da coloro che ritengono di avere “cose più urgenti da fare”. È importante sottolineare che queste prove non sono né un gioco né una perdita di tempo.
Le simulazioni di evacuazione possono essere condotte con estrema efficacia e precisione, apportando benefici concreti per tutti i soggetti coinvolti (lavoratori, responsabili delle emergenze e datore di lavoro), che superano l’adempimento degli obblighi normativi. Tuttavia, è essenziale conoscere il modo corretto di eseguirle per prevenire eventuali complicazioni e massimizzare i risultati.
Quali sono gli obblighi di legge?
L’articolo 18 del Decreto Legislativo 81/08, noto come Testo Unico sulla Sicurezza e Salute dei Lavoratori, sottolinea l’obbligo del datore di lavoro di adottare misure per la gestione del rischio in situazioni di emergenza, garantendo la sicurezza dei lavoratori di fronte a pericoli gravi e imminenti. Da questo obbligo discende la necessità di avere un piano di emergenza aziendale, nel quale la prova di evacuazione assume un ruolo chiave. Nelle aziende in cui è obbligatoria la redazione del piano di emergenza, associata alla valutazione dei rischi, la simulazione deve essere condotta almeno una volta all’anno.
Oltre al rispetto degli obblighi di legge, le prove di evacuazione mirano anche a verificare l’efficacia delle procedure aziendali e a preparare tutto il personale ad affrontare situazioni di emergenza. L’obiettivo è rendere automatico e quanto più sicuro possibile il comportamento di ciascun individuo in caso di effettivo pericolo.
Come viene effettuata la preparazione?
Solitamente, le prove di evacuazione sono precedute, nei giorni immediatamente precedenti, da incontri condotti dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP) e dai suoi collaboratori (ASPP) con gli addetti alle emergenze. L’obiettivo di tali incontri è richiamare i principali aspetti del piano di emergenza e illustrare i compiti specifici di ciascuna figura della sicurezza (addetti alle emergenze, addetti al primo soccorso, personale di portineria e vigilanza, ecc.) durante momenti chiave dell’evento, come la segnalazione di un incendio, l’allarme di piano, l’allarme generale, l’evacuazione totale, ecc.
Nel giorno programmato per la simulazione, la prova viene preceduta da una breve riunione con gli addetti, senza però definire in modo concordato lo scenario di emergenza da simulare (ad esempio, tipo di emergenza, localizzazione dell’evento, ecc.). È altamente consigliabile coinvolgere nella preparazione della prova non solo i membri del Servizio di Prevenzione e Protezione e gli addetti alle emergenze designati dal datore di lavoro, ma anche il personale addetto alla portineria, vigilanza, manutenzione degli impianti di allarme e segreterie. Il ruolo di queste figure è fondamentale per avere informazioni certe sulla presenza di persone nell’edificio in ogni momento, compresi i visitatori.
Come viene effettuata la simulazione dell’emergenza?
La simulazione inizia in un momento e in un luogo stabiliti poco prima dai soli membri del Servizio di Prevenzione e Protezione. Per simulare un possibile inizio di incendio e testare il corretto funzionamento dei rilevatori di fumo, spesso si attiva uno di tali rilevatori mediante strumenti dedicati. Contemporaneamente, presso la postazione di controllo, solitamente situata nella portineria, il sistema di segnalazione automatica riporta un presunto inizio di incendio, indicando il punto specifico in cui è stato rilevato (piano e stanza). È importante sottolineare che, in questa fase, non si è ancora innescato alcun allarme all’interno dell’edificio (e tanto meno è stata avviata un’evacuazione); è giusto giunta solo una segnalazione automatica al punto di controllo. Tuttavia, questa fase riveste un’importanza cruciale, durante la quale la comunicazione tra chi riceve la segnalazione al punto di controllo e gli addetti all’emergenza al piano in cui si è verificata la segnalazione diventa prioritaria. Gli addetti al piano, in questo momento, sono ancora all’oscuro dell’evento. Questa fase può presentare diverse criticità, soprattutto a causa della possibilità concreta che la portineria non riesca a contattare gli addetti all’emergenza del piano, dei quali ha i riferimenti (poiché in portineria non è noto se tali addetti siano presenti sul luogo di lavoro in quel giorno e in quel momento).
L’allarme automatico
Nel caso in cui la comunicazione tra la portineria e gli addetti al piano non riesca, è spesso previsto l’attivarsi automatico di un allarme visivo e acustico al piano interessato, dopo un intervallo di tempo predefinito (ad esempio, 2 minuti) dalla prima segnalazione automatica. A questo punto, il personale del piano, anche in assenza degli addetti all’emergenza, deve obbligatoriamente contattare la portineria per condividere le informazioni necessarie. A tale scopo, spesso sono disponibili linee telefoniche di emergenza di tipo analogico, funzionanti anche in assenza di corrente elettrica.
Tuttavia, possono sorgere problemi di comunicazione, ad esempio, se la linea telefonica di emergenza risulta occupata a causa delle numerose chiamate provenienti dai lavoratori presenti agli altri piani, i quali, percependo l’allarme acustico, cercano informazioni chiamando il punto di controllo. In caso di linea occupata, i lavoratori dovrebbero tentare la chiamata più volte (entro un breve periodo), garantendo così la comunicazione con il punto di controllo. Quest’ultimo dovrebbe, a sua volta, cercare di scambiare rapidamente informazioni con i vari piani per mantenere libera la linea di emergenza.
Se gli addetti all’emergenza del piano coinvolto riescono a gestire il principio di incendio, comunicano la situazione alla portineria, la quale procede quindi a spegnere il segnale di allarme.
La gestione dell’evacuazione
In caso gli addetti all’emergenza del piano segnalino che l’incendio è incontrollabile, la portineria attiva l’allarme per l’evacuazione generale dell’edificio, che può scattare automaticamente dopo un certo intervallo dall’attivazione dell’allarme di piano o essere attivato manualmente. Simultaneamente, la portineria avvisa i Vigili del Fuoco o simula la telefonata.
Durante l’evacuazione, gli addetti a ogni piano coordinano l’abbandono degli uffici, verificando che nessuno resti nelle stanze. Criticità possono emergere con persone impossibilitate ad abbandonare il piano come disabili, persone introvabili, persone in locali non occupati di solito (es. sale riunioni), e visitatori occasionali.
Per le persone che non possono lasciare il piano, occorre condurle in un “luogo sicuro” con un accompagnatore (nessuno deve restare solo). Queste informazioni vanno comunicate al coordinatore dell’emergenza in portineria.
Per i lavoratori non presenti al piano, le segreterie forniscono un elenco preciso delle persone. I visitatori devono essere accompagnati durante l’evacuazione. In caso di persone con disabilità impossibilitate a scendere per le scale, si applicano le considerazioni precedenti.
È responsabilità degli addetti verificare persone in locali non di uso comune, come sale riunioni nei piani interrati. Il coordinatore dell’emergenza monitora il quadro completo delle persone per piano, con moduli informativi consegnati dagli addetti durante l’evacuazione. Alla fine dell’esodo, il coordinatore chiude la prova, chiede la disattivazione dell’allarme e il rientro nei locali, convocando gli addetti alle emergenze per un breve incontro di valutazione.
Quali potrebbero essere le criticità?
Le principali criticità riscontrate durante le prove di esodo possono essere riassunte nei seguenti punti:
- Difficoltà di comunicazione tra portineria e addetti alle emergenze durante la segnalazione automatica.
- Conoscenza errata o lacunosa delle figure della sicurezza sul funzionamento dell’impianto di allarme.
- Disorientamento dei lavoratori in assenza degli addetti all’emergenza del loro piano durante la fase di allarme.
- Ricognizione incompleta da parte degli addetti all’emergenza.
- Mancata assistenza ai visitatori durante l’evacuazione.
- Lacunosa gestione degli elenchi dei presenti da parte delle segreterie.
- Lacunosa gestione delle informazioni relative a presenti, evacuati, rimasti al piano e dispersi.
È importante sottolineare che la tenuta di un elenco costantemente aggiornato dei presenti non è un obbligo di legge. Tuttavia, in situazioni complesse, la buona prassi suggerisce l’utilizzo di badge per l’ingresso e l’uscita, anche durante le uscite temporanee, al fine di garantire una tracciatura più accurata delle persone presenti in azienda. Durante le prove di esodo, è essenziale prestare molta attenzione a questi punti critici e, se si riscontrano problemi, è necessario adattare il piano di emergenza per prevenirli in caso di una situazione di emergenza reale.